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Insegnare

INSEGNARE

L’insegnamento è sicuramente anche una straordinaria forma di apprendimento. Ho avuto la fortuna di iniziare prima ad aiutare e poi ad insegnare autonamamente fin da molto giovane. Non avevo ancora compiuto 18 anni e avevo già il mio primo gruppo di studenti. Molti di loro avevano 20-30 anni più di me. Questa situazione mi aiutò a crescere in una dimensione in cui l’insegnante non è un personaggio che impone la propria autorità ma qualcuno che cerca di condividere genuinamente la propria esperienza. Senza nascondere i propri dubbi o lacune. Ero giovane e più che mai era facile accettare che la mia esperienza fosse ancora nel pieno della formazione. E questo era chiaro anche ai miei studenti, stavamo crescendo insieme. Tante volte quando mi ponevano delle domande rispondevo: ”Non lo so, ma dammi il tempo di cercare la risposta”. Sono passati 25 anni dai primi “Non lo so”. Ho risposto a tante domande e oggi il “gruppo originale” è ancora con me. Sicuramente la mia visione delle arti marziali è molto diversa rispetto a quella che avevo inizialmente. Ma il mio rapporto con gli studenti e la mia relazione con lo studio non è cambiato.

A 25 anni sono arrivato ad insegnare 10 ore al giorno. Un periodo di grande formazione per quanto riguarda l’insegnamento ma sentivo sempre di più l’indebolirsi della mia pratica personale. Mi allenavo insieme ai miei studenti ma non era abbastanza. Avevo bisogno di immergermi in una dimensione con un’intensità diversa.

Dopo tanti anni di viaggi, quando decisi di trasferirmi in Cina in parte era per uscire da quel ciclo di insegnamento senza tregua che stavo vivendo. Volevo invertire il rapporto tra pratica e insegnamento. Mi organizzai per poter studiare e praticare 9 mesi l’anno Cina per poi tornare in occidente ad insegnare 3 mesi l’anno. Alla fine il lavoro di un insegnante è prima di tutto essere un praticante e ciò che si insegna deve essere il frutto della propria pratica.
Eppure nel tempo anche in Cina si è raccolto intorno a me un gruppo di studenti. Non ho mai volontariamente promosso l’insegnamento in Cina ma in modo naturale le persone hanno iniziato a bussare alla mia porta. In un certo senso nel modo più tradizionale e naturale.

In questi due anni di pandemia sono, in maniera del tutto inaspettata, rimasto bloccato qui in Italia. Insieme a tutta la scuola abbiamo continuato a costruire tante cose ma non posso negare di sentire la mancanza della mia casa a Shanghai.

Per chi lo avesse perso ripropongo questo documentario della Tv nazionale cinese CCTV che racconta la mia vita, del mio insegnamento e del progetto di ricerca DECODE. Rivedere i volti dei miei studenti di Shanghai mi ha messo una certa nostalgia.